Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, è tornato a parlare della sentenza vinta dagli azzurri in merito al ricorso per la sconfitta a tavolino contro la Juventus.
Napoli, De Laurentiis attacca Pirlo: le sue parole
Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Radio Capital. Il patron azzurro è tornato sulla sentenza del ricorso di Juventus-Napoli e delle dichiarazioni di Andrea Pirlo, tecnico bianconero.
Parole di Pirlo sul recupero di Juventus-Napoli? “Pirlo dovrebbe fare l’allenatore e basta e lasciare ai rappresentanti societari la risposta riguardo la sentenza, che è una Legge dello Stato. Pirlo di mestiere non fa l’avvocato, non sa come funzionano certe procedure e non conosce ciò che è accaduto con i protocolli. Non me la prendo con Pirlo dandogli del pirla. Ha detto quello che avrebbe detto qualsiasi allenatore in una situazione del genere“.
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Napoli, De Laurentiis torna sulla sentenza
Ai microfoni di Radio Capital, il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, ha parlato di nuovo della sentenza di pochi giorni fa sul ricorso di Juventus-Napoli.
“Nessuna telefonata insolita, solo di solidarietà. In Italia quando si vince ci si attacca al carro dei vincitori. Qui non si trattava di vincere, ma ribaltare in punta di diritto una decisione presa in maniera sbagliata dalla Federcalcio. Poi è chiaro che abbiamo avuto tante adesioni. Io sono un grande estimatore di Mario Draghi che mi ha fatto gli auguri di Natale e di compiacimento per la sentenza”.
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Napoli, De Laurentiis: “Covid? Gestito malissimo”
Il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha vissuto in prima persona il Coronavirus. Il patron azzurro si è ammalato lo scorso settembre. Ha parlato anche della pandemia ai microfoni di RadioCapital.
“Purtroppo il Covid-19 è stato un evento epocale che nessuno poteva immaginare. Ha toccato le coscienze, ci ha posto prepotentemente davanti a tanti perché. Su tutti l’inadeguatezza dello Stato che fa acqua da tutte le parti. La colpa principale è di noi italiani, che siamo stati dormienti per troppi anni. Il nostro è un popolo mai unificato”.
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