Dopo il terribile episodio capitato a metà agosto, l’attaccante ha deciso di lasciare il suo attuale club ed è ora svincolato.
Era il 18 agosto scorso quando una vecchia conoscenza del nostro campionato è stato vittima di uno spiacevole episodio, a dir poco. Ha infatti subito una vera e propria aggressione a mano armata: la sua vettura è stata colpita da ripetuti spari.

Un evento ovviamente traumatico, che ha lasciato il segno e ha causato una svolta immediata nella carriera del ragazzo: rescissione immediata del contratto. Il giocatore in questione è Iago Falque, spagnolo classe 1990 che in Serie A ha giocato per tantissimi anni con le maglie della Roma, del Genoa, del Torino e del Benevento. Dopo essersi svincolato dai granata nell’estate 2021, a gennaio 2022 aveva firmato con il CD America, società colombiana.
La decisione di rescindere con loro il contratto non è certo stata semplice, ma è anche molto comprensibile. Un episodio che non può essere tollerato e che rende l’idea della pericolosità del luogo in cui Iago Falque aveva deciso di andare a giocare. Il rischio è anche che ora non trovi più una squadra, ma il gioco vale la candela in questo caso.
La dinamica dell’accaduto e le conseguenze
Per fortuna, nessuno dei presenti è rimasto ferito, ma le conseguenze sono state psicologiche. La decisione di Iago Falque lo dimostra. A confermare tutto è stato proprio il CD America, spiegando che il giocatore (che per fortuna non era in macchina), ha ritrovato la vettura colpita da colpi d’arma da fuoco “nei pressi del centro sportivo“.

Il perché di questa brutale aggressione non è chiaro. Molto probabile che gli spari servissero per cercare di effettuare una rapina dell’auto o all’interno della stessa. In quel momento, però, l’auto non era vuota: alla guida c’era un altro uomo (probabilmente un autista di Iago Falque o un amico), che ha poi mostrato i segni dei proiettili e ha spiegato così l’accaduto: “Per fortuna non ero con Iago, stavo per andare via e mi hanno sparato”.
Perciò, Iago Falque ha deciso di rescindere e la società non ha opposto troppa resistenza, comprendendo la situazione. Adesso non è chiaro cosa farà: se cercherà un’altra squadra, magari di nuovo in Italia, o se deciderà di appendere gli scarpini al chiodo. Già dopo essersi svincolato dal Torino era rimasto sei mesi fermo. Stare senza squadra non lo spaventa, soprattutto in confronto a un aggressione a colpi di pistola.
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