Gravina, furia sulle big: il presidente spiega i mali del calcio italiano

Il presidente della Figc Gabriele Gravina critica le big del calcio italiano, un settore che sta andando sempre più in difficoltà. L’ammissione di Gravina fa capire come ci sia un allarme ormai netto, dividendo praticamente sulle responsabilità. Da una parte c’è chi addossa le colpe esclusivamente alle società, dall’altra quanti invece considerano proprio la Figc come la maggiore responsabilità di un calcio che in Italia sembra sempre più in declino.

Gravina contro le big, è scontro

Un esercizio di stile oppure una vera presa di posizione? Le parole del presidente della Figc, Gabriele Gravina, intervenuto in un convegno universitario, hanno quasi il sapore della sfida in alcuni casi, proprio perché il calcio in Italia sembra essere in una fase di discesa non tanto frenabile.

Gravina ha puntato anche il dito contro le big del calcio italiano, anche se è tutto un settore in chiara difficoltà. Difendendo però anche tutto il sistema che, secondo lo stesso presidente, dovrebbe essere maggiormente supportato dallo Stato. Ne ha per tutti.

Gravina - foto lapresse
Gabriele Gravina, presidente della Figc – calciomercato24.it

Presidente in ansia per il calcio italiano

Come riportato dal Corriere dello Sport, lo sfogo di Gravina mette in allarme gli sportivi. La Serie A è un campionato che attrae poco all’estero e ne ha copiato tutto il peggio, non proprio il massimo della vita. Per attrarre nuovi tifosi si stanno perdendo quelli consolidati, il gioco non vale ormai la candela.

Gravina ha attaccato le big del calcio italiano, soprattutto quelle con i conti non a posto. Per il presidente Figc il compito primario delle società è di non sforare con i bilanci, qualcosa di molto difficile guardando le squadre di vertice e la loro esposizione finanziaria. Inoltre, dalla Figc si chiede una maggiore considerazione allo Stato in quanto l’economia calcistica varrebbe mezzo punto Pil per quanto riguarda l’economia italiana. Non proprio due lire.

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Dalla Figc servono azioni concrete

Il bilancio di Gravina è delicato, i dati sono quelli che lasciano un po’ riflettere. Si va alla media di una gara ogni 55 secondi che inizia in Italia, il 20% dei giovani sono tesserati con la Figc e sembra essere giunto il momento delle riforme.

Gravina dovrà essere il primo a cambiare il calcio italiano, partendo dalle big. Dando così un nuovo andazzo ai campionati, la tanto agognata riforma che viene spesso citata, ma mai messa in pratica. Perché, se bisognerà risollevare il calcio italiano, ci sarà bisogno di vecchie tradizioni e tornare a modi decisamente vintage. Cento squadre professionistiche, di cui venti squadre in Serie A sono insostenibili, tanto meno lo sono le dieci gare in dieci orari diversi: la storia del campionato insegna come ci siano partite con meno di mille telespettatori a seguirle.

Gravina Figc - foto lapresse
Gabriele Gravina presidente Figc, contro le big del calcio italiano e non solo – cm24.it